Il Cencio
Aperiodico libertario dell'Agro Pontino
Al Karama: provano a calare il sipario
Categories: Diario

NASCONDERE E DIMENTICARE
Provano a calare il sipario sulla vicenda di Al Karama. Semplicemente, nascondono la polvere sotto al tappeto.
La vicenda dei rom del campo Al Karama (ne abbiamo parlato qui) sembra finire oggi, con i denuncianti, le vittime dell’estorsione, messe su un aereo per la Romania, gentilmente offerto (e caldamente consigliato…) dall’amministrazione comunale.
In realtà non è finito niente, semplicemente si cancella l’emergenza e si torna a crogiolarsi nelle chiacchiere. Perché se da un lato è vero che ci sono stati tre arresti al campo fra gli estorsori, è altrettanto vero che, quando nei giorni scorsi ad Al Karama è comparsa un’auto con targa romena, riconducibile ad un malavitoso rom giunto apposta dalla Romania per impartire istruzioni, non si è mosso nessuno. Nessuno ha indagato sulla questione, e il suddetto signore è stato qui tre o quattro giorni, totalmente indisturbato.

RITIRATE LA DENUNCIA!
Florin, Gabriel, Argentina, Marian… questi sono solo alcuni nomi di coloro che, finalmente, hanno scoperchiato il vaso di Pandora a Latina. Hanno detto quello che non si deve dire, cioè che a Latina c’è la camorra, che i terreni attorno alla discarica sono contesi a suon di mazzette, pistole e coltelli, e che gli zingari, se non collaborano coi boss, sono sacrificabili.
L’imperativo delle ultime due settimane è stato “Ritirate la denuncia”. Gli estorsori li minacciavano di morte se non avessero ritirato la denuncia, la Questura chiedeva che ritirassero la denuncia, persino gli assistenti sociali (che c’entrano?…) chiedevano che ritirassro la denuncia…
Già, perché con una denuncia del genere l’arruginita macchina della giustizia di Latina avrebbe dovuto iniziare a funzionare (credo, per la prima volta), e avrebbe messo in luce la totale incapacità dell’amministrazione comunale, provinciale e regionale. Per non parlare di quella del Prefetto. E dell’inerzia dei vertici di Polizia.
Si sarebbero toccati interessi intoccabili, nominate amicizie innominabili.
E allora è scattato l’aut-aut istituzionale: o ritirate la denuncia (sottinteso, così possiamo rispedirvi ad Al Karama e quello che succede succede, anzi, se vi ammazzate fra di voi ci fate un favore), o vi scegliete un qualsiasi paese europeo e noi vi paghiamo il viaggio. Se rimanete qui in giro, facendoci fare brutta figura e facendoci passare per incapaci, o peggio, per collusi, noi vi togliamo i bambini.
Ecco il modo in cui l’amministrazione di Latina risolve i problemi. Siamo tutti curiosi di sapere come sarebbe stata gestita la questione se a subire estorsioni e minacce di morte fosse stato il parente di qualche consigliere.

LATINA VIGLIACCA
La figura peggiore in tutta questa storia ce la fa la città. Una città in cui si blatera, da destra a sinistra a ciclo continuo, di progresso, crescita, cultura, legalità, giustizia. Eppure tutti hanno perso un’ottima occasione per dimostrare la propria magnificenza democratico-giustizialista.
Fanno una figuraccia le istituzioni,
con i loro abusi di potere e le minacce degne del mafioso di quartiere che gestisce l’ordine a modo suo.
Fanno una figuraccia tutte le associazioni piene di buone intenzioni
, soprattutto quelle che quando non rischiavano niente (e in cambio ottenevano anche qualcosa) andavano al campo Al Karama a collezionare medaglie per le buone azioni.
Fanno una figuraccia le associazioni che vorrebbero monopolizzare la lotta alla mafia, con l’atteggiamento fascista del “o con noi o contro di noi”, e che non accettano di essere messe in discussione quando prendono cantonate macroscopiche.
Ma soprattutto, fanno una figuraccia tutti i latinensi, che ogni giorno si lamentano per il degrado urbano e sociale di Latina ma che in quest’occasione non hanno mosso un dito neanche per una telefonata di protesta o di denuncia.

Noi del Cencio continueremo a seguire la vicenda, che non finisce qui.

Mannaia Storta

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