Il campo rom di Al Karama a Borgo Montello (LT) ospitava circa 120 persone, ma recentemente 44 di loro (di cui 21 bambini) sono stati costretti a fuggire per le intimidazioni subite. Un gruppo di rom, lì residenti ormai da diverso tempo, ha iniziato a praticare estorsione ai danni di altre famiglie arrivate al campo qualche mese fa. Queste ultime per un po’ hanno pagato “l’affitto” forzato delle baracche e dei container in cui vivevano, finché una dozzina di giorni fa hanno deciso di ribellarsi, denunciando gli estorsori. Da quel momento sono stati costretti alla fuga inseguiti da minacce di morte: oggi sono 11 giorni che vagano sul territorio della Provincia di Latina senza un posto sicuro dove stare.
Il dormitorio pubblico di Latina, in via Cellini, è al collasso, la Caritas sostiene di non avere spazi a disposizione. Dal canto suo, Libera fa orecchie da mercante, inanellando motivazioni poco solide per i suoi dinieghi: l’associazione dispone infatti di uno spazio, il “Villaggio della Legalità”, idoneo ad accogliere queste persone, che hanno denunciato un sistema mafioso di estorsioni e intimidazioni e che in passato hanno ricevuto sia minacce che “offerte di lavoro” da parte di malavitosi locali. Le premesse ci sarebbero tutte perché la tronfia ed autoreferenziale associazione contro tutte le mafie intervenga a dare un supporto concreto. Invece dicono che non possono ospitarli perché quel posto non è assicurato (eppure vi vengono organizzate delle feste dell’associzione aperte al pubblico…), e perché a causa dei recenti attentati subiti non è un posto sicuro (ma l’alternativa è dormire all’aperto, in pieno inverno), e perché in ultima analisi la questione sta assumendo toni politici e «Libera con la politica non ci si immischia» (sic).
Si tratta di una situazione paradossale in cui la vittima è costretta a fuggire, mentre gli estorsori restano indisturbati ancora dopo 10 giorni.
Queste persone, cittadini comunitari, con i documenti in regola (che a quanto pare godrebbero persino dello status di rifugiati) hanno dormito all’aperto; per un paio di giorni e di notti si sono stanziati nella piazzetta davanti alla stazione di Cisterna di Latina. Hanno mangiato grazie alla solidarietà di un gruppo di privati cittadini e hanno continuato a subire vessazioni anche da chi avrebbe dovuto proteggerli.
Le istituzioni hanno cercato una rappacificazione di facciata: stretta di mano davanti ai fotografi e tanti cari saluti. Ma le minacce sono continuate anche in Questura, in romeno, per cui nessuno le ha capite eccetto i diretti interessati, che naturalmente al campo non hanno più voluto mettere piede.
Gli assistenti sociali hanno minacciato di portare via tutti i bambini di età inferiore ai 14 anni per metterli in una non meglio identificata “casa famiglia”. I genitori, terrorizzati, hanno preferito nasconderli in un “posto sicuro” che non vogliono rivelare, presso parenti e conoscenti.
Il Comune di Latina ha tentato di scaricare la responsabilità al Comune di Cisterna, sostenendo che queste persone hanno la residenza lì. In realtà le famiglie in fuga hanno vissuto e lavorato a Cisterna ed effettivamente in quel periodo hanno avuto la residenza lì, ma da diversi mesi ormai vivevano nel Comune Latina: la denuncia che hanno fatto contro i loro connazionali ne è la prova. Queste persone hanno ancora tutte le loro cose lì, ad Al Karama.
I fatti più incredibili sono avvenuti nelle giornate di Martedì 24 e Mercoledì 25 Gennaio.
Il gruppo, che nel frattempo si è ridotto a circa una ventina di persone (alcune mamme hanno lasciato il gruppo assieme ai loro figli), ha dovuto invadere la cattedrale del Sacro Cuore a Latina per ottenere un po’ di attenzione dalla diocesi. La Curia, messa alle strette, ha iniziato un giro di telefonate, fra i parroci della zona e, soprattutto, vertici politici. Quella sera le famglie hanno finalmente cenato in una mensa della Caritas, dopodiché sono stati accompagnati a Sezze dove hanno dormito per terra in una chiesa. L’indomani sono state regalate loro le coperte che avevano usato, è stata servita la colazione e sono stati accompagnati al comando della Polizia Municipale di Latina, dove sarebbero rimasti fino a nuove disposizioni.
Nel frattempo alcuni privati cittadini hanno contattato Massimo Converso, presidente nazionale di Opera Nomadi (http://www.operanomadinazionale.it/), il quale ha fissato un incontro ad Aprilia per Mercoledì 25. Converso avrebbe voluto incontrare tutti i rom, ma, per mancanza di mezzi, si era deciso di accompagnarne solo due, in rappresentanza.
Alle 15.30, quando i volontari sono andati a prenderli, però, hanno trovato una situazione grottesca: i rom erano accampati nel cortile del comando della Municipale dalla mattina, senza cibo né acqua, con assoluto divieto di uscire.
Non potevano andare ad Aprilia perché era stato detto loro che di lì a poco sarebbe passato un pullmino che li avrebbe portati in un luogo ancora da definire, e se qualcuno di loro non fosse andato assieme al resto del gruppo sarebbe stato impossibile il ricongiungimento con mezzi propri.
Da ciò è scaturita una mobilitazione generale. L’assessore Di Cocco (PdL) aveva urlato ai quattro venti che si sarebbe occupato lui personalmente della questione, intimando in più occasioni ai volontari di farsi da parte per non intralciare l’attività delle istituzioni. Ed ecco come sperava di risolvere la faccenda: nasconderli dentro al Comando della Municipale per un giorno e poi portarli chissà dove.
Sono servite telefonate alla stampa locale e alle tv, la presenza di esponenti di spicco del PD e di Rifondazione, perché anche per quella sera i rom avessero un pasto caldo alla mensa della Caritas e un posto in cui dormire. La chiesa di San Luca ha infatti offerto un riparo molto confortevole per la notte, con tanto di reti da letto, materassi, coperte e stufe elettriche. La Protezione Civile ha portato anche vestiti pesanti e un parrocchiano ha regalato ad una rom, che aveva con sè solo ciabatte, delle scarpe pesanti di sua moglie.
Purtroppo però c’è la sensazione che questa storia non sia assolutamente in direzione d’arrivo.
Vale la pena di riflettere anche sugli interessi economici mafiosi che si muovono sullo sfondo di questa vicenda: la posizione del campo rom, situato molto vicino alla tristemente celebre discarica di B.go Montello, paradiso delle eco-mafie.
La discarica di Latina è al collasso, qualcuno sta già provvedendo all’acquisto dei terreni adiacenti, situati proprio attorno ad Al Karama. Quel pezzettino di terra è l’ultimo pezzo di un puzzle mostruoso, fatto di rifiuti tossici, tangenti e chissà cos’altro. E il fatto che ora le amministrazioni locali inizino a parlare di sgombrare definitivamente il campo, solleva qualche dubbio…
Mar.Na.
interessante articolo che mi ha permesso di capire meglio tutta la recente vicenda sul campo di Al Karama.
Grazie per aver condiviso
-falso: il Villaggio della Legalità di Libera non ha strutture per far soggiornare nessuno. Gli unici pernottamenti li hanno fatti gli scout,in estate, nelle loro tende all’aperto. La tensostruttora in plastica non ignifuga è tutto meno che idonea a far dormire persone,tra l’altro abbondandemente aperta in tutti i lati e con un’impianti elettrico non a norma in via di rifacimento.
-falso che i “duellanti”tra l’altro parenti tra loro, nel campo di Al Karama siano gli uni vittime e gli altri aggressori:si sono denunciati un gruppo asseritamente vittima di estorsione e l’altro accusato di caporalato e fruttamento del lavoro minorile
Gentile Antonio, grazie per il contributo. Intuiamo che Lei ci ha scritto a nome di Libera, ma sarebbe opportuno specificare anche il suo ruolo all’interno dell’associazione e le basi su cui poggia il suo commento. Lei è un responsabile? Un portavoce? Un semplice associato? E le sue informazioni da dove arrivano?
Prendo per buone le sue affermazioni circa il Villaggio della Legalità, benché mi risulta alquanto strano che una struttura con un impianto elettrico non a norma abbia ospitato feste aperte al pubblico e persino gruppi di scout.
Resta il fatto che Libera in questa storia che puzza di camorra sembra non volerci entrare. Dico sembra perché sono convinta che l’associazione stia alacremente indagando su aspetti oscuri della vicenda, al fine di fornire presto utili informazioni.
La contro-denuncia sporta dagli estorsori (fra l’altro oggi ci sono stati 2 o 3 arresti, lo ha saputo?) esiste, è vero. Come pure esistono le minacce di morte subite e denunciate dal nostro conoscente Paolo. Come esiste un’infamante accusa che gli estorsori hanno mosso contro il figlio dello stesso Paolo, di cui credo lei sia a conoscenza.
Insomma, il reato di calunnia sarebbe acqua fresca per queste persone. Magari stavolta hanno detto la verità, ma, soprattutto per un’associazione come Libera, non mi sembra opportuno sposare la versione dei fatti più comoda, bensì occorrerebbe cercare quella più vera.
(N.B. per il lettore: Il reato di calunnia, previsto e punito dagli artt. 368 e 370 c.p., si verifica ogni qual volta “chiunque, con denuncia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso nome, diretta all’Autorità giudiziaria o ad un’altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, incolpa di un reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato”)
Caro Cencio,non conosco il tuo nome,
io sono il responsabile x Libera del Villaggio,quindi il referente che ha avuto in consegna il campeggio che ha una ben precisa destinazione che secondo convenzione, che ha base sul riutilizzo dei beni confiscati…per legge può ospitare solo le associazioni o i gruppi che aderiscono a Libera o che comunque perseguono le finalità della stessa,solo per i fini statutari.Cambiare la convenzione o dare ospitalità anche a fini caritatevoli presuppone l’assenzo del proprietario,cioè del comune di Latina e comunque trattandosi di cittadini stranieri la competenza,come ben saprai,la legge votata dal Parlamento la affida al Prefetto. E per un villaggio che si definisce della Legalità,non è cosa di poco conto.Se gli amici Rom avessero soggiornato nel campo avrebbero dormito,ai bordi di un canale,alla ghiaccio.Gli unici pernottamenti estivi o autunnali sono stati fatti da gruppi scout in tenda,nelle piccole aree già messe a norma.La persona che sostiene essere stata minacciata è la stessa che ha coinvolto Libera nell’assistenza agli amici Rom e di questo ne prendiamo atto che ha cambiato legittimamente opinione su chi sino alla settimana scorsa definiva esseri umani che costituivano un presidio demcratico, a tal proposito c’è una sua dichiarazione in video fatta affianco ad una delle persone che avrebbe denunciato. Tra l’altro è la stessa che in mia presenza ha ascoltato,pochi giorni fà, le reciproche accuse che i due gruppi contendenti si lanciavano a vicenda.A mio giudizio entrambe gravissime. Ci siamo limitati ad invitare entrambi i due esponenti dei gruppi a confronto a rivolgersi alle autorità giudiziarie. Per quanto riguarda la mafia presente nell’area,Libera nè ha fatto un dossier da anni,insieme ad altre associazioni e a molti cittadini della zona.Cmq sappi per dovere di informazione che sia a cisterna di Latina che a Latina ci sono cooperative che hanno in uso terreni e locali pubblici che sono idonei ad ospitare non solo gli amici Roma ma i centinaia di senza tetto che la notte non trovano rifugio alcuno e che ai novelli assistenti sociali abbiamo fatto la proposta di autotassazione per reperire locali dove ospitare chi ha bisogno. Ma anche su questo abbiamo idee diverse.Io credo che lo Stato sia ogni singolo cittadino e che per metterci la faccia,oltre ai comunicati stampa,serva mettere anche le mani,in tasca per tirare fuori parte del superfluo che abbiamo.Tutti. Le notizie possono essere date liberamente anche contro Libera,ma non sempre permettimi sono verità.Per noi contano i fatti e…scusa la presunzione,con fatica e con limiti cerchiamo di farli.N.B.il villaggio non ha sino ad oggi avuto nessun contributo pubblico e le utenze vengono pagate,con difficoltà, da Libera,anche su questo avrei qualcosa da dire…
Bene Antonio, grazie per aver arricchito la discussione.
Sappiamo che le mancanze più gravi sono derivate dalle istituzioni, e che alcune di quelle persone hanno morso le mani che gli erano state tese da persone come lei e come Paolo.
Detto questo, là fuori ci sono persone che da 12 giorni dormono dove capita, dove riescono a trovare ospitalità, a volte ricevendo intimidazioni (l’ultima, quella di tagliare i rapporti con la stampa). Ci sono persone che hanno attachi di cuore, anziani senza farmaci.
Mi rincresce che qui, a monopolizzare la questione, sia la posizione di Libera. È giusto chiarire questi aspetti che erano rimasti alquanto fumosi, ma è il caso di canalizzare le energie su questioni che, almeno per noi, sono più importanti. Sarà anche che noi non siamo un’associazione avente rilievo nazionale con una reputazione da difendere.
Se quelle persone hanno avuto accesso alle mense della Caritas, hanno trovato spazi chiusi dove dormire, assitenza medica, non è grazie alle associazioni, né tanto meno grazie alle istituzioni. Bensì a persone comuni, privati cittadini senza tessera armati solo di caparbietà e coraggio che non si sono lasciati intimidire né dai veti e dalle prepotenze delle amministrazioni, né dalle minacce di morte dei mafiosi.
Al netto di tutte le tiritere da politicante, ciò che (personalmente) vedo è un’associazione che, tirando in ballo cavilli burocratici, ha negato asilo ad un gruppo di cittadini europei cacciati dal loro luogo di residenza (di condizioni già precarie) a mezzo di estorsione, minacce di morte e incendi dolosi.
Ciò che vedo è un’associazione che, declamando atti di eroismo, non fa altro che gestire risorse che lo Stato confisca alla mafia, tenendola accuratamente chiusa se non a (e cito) “associazioni o i gruppi che aderiscono a Libera o che comunque perseguono le finalità della stessa”.
Se Libera avesse voluto davvero “metterci la faccia e le mani” si sarebbe dovuta comportare MOLTO diversamente; invece ha semplicemente confermato il suo tradizionale attegiamento.
Ed ora mettiamoci sotto le case dei camorristi e tiriamogli palate di dossier: hai visto mai che si spaventano talmente tanto da arrendersi.
personalmente non credo che nessuno debba prendere le parti di una o dell’altra “fazione”: devono essere i giudici, e solo loro, a dover dire come stanno realmente le cose. altro aspetto è quello umano. non si possono abbandonare le persone in mezzo ad una strada al freddo ed in pericolo. credo che le istituzioni siano state assenti, che i cittadini di latina siano stati assenti, i partiti siano stati assenti e lo stesso dicasi per tutte le associazioni, la caritas è stata tirata per i capelli in questa storia, tutto ciò è vergognoso. ed è ancora più vergognoso che chi invece sia stato vicino ai fratelli rom in questi giorni sia stato accusato di speculazione politica (in favore di quale partito?) e di fare solo polemiche, proprio dagli ambienti più vicini culturalmente alle tematiche dell’accoglienza, dell’antirazzismo e della legalità.
Caro Cencio,
due minuti fa le ragazze e i ragazzi di Libera di Latina,di Aprilia e di Anzio Nettuno mi hanno comunicato che hanno dell’altro cibo e delle coperte da dare a quelli che io senza esitazione alcuna chiamo gli amici Rom di Al Karama.Anche se alcuni di loro sono stati arrestati le emergenze per gli altri e soprattutto x i bambini rimangono in piedi. Altro non possiamo fare x i nostri limiti se non chiedere a chi ha la responsabilità di dare risposte immediate e che si assuma il compito di rispondere a bisogni.Io continuo a sostenere che ci sono tanti luoghi idonei ad ospitare definitivamente e dignitosamente chi è senza un tetto. Ci sono case confiscate x abusivismo edilizio attualmente vuote in centri di questa provincia e sta sicuro che senza voler fare il maestrino lo griderò,come saprò esserne capace a chi ha il dovere di provvedere.Ti assicuro che per noi questo impegno è fatto 365 giorni all’anno senza secondi fini tantomeno quelli di tipo elettorale.Nonostante la fatica e le inadeguatezze continuiamo…
Perchè non andate a visitare il Villaggio della legalità prima di parlarne?
Perchè non andate a conoscere i responsabili e i volontari del presidio di Libera di Latina prima di parlarne?
Sono sicura che sia Antonio che tutti i volontari sarebbero molto ben disposti a spiegarvi la situazione e a rispondere ad eventuali domande, che potrebbero servirvi magari per scrivere un articolo serio e non fatto solo di accuse dettate dall’ignoranza, in questo caso evidente, non conoscete neanche Antonio (che tra l’altro si è presentato molto chiaramente nel suo intervento)
Metteteci la faccia e del vostro per aiutare veramente i rom se tanto denunciate l’inadempienza delle istituzioni e delle associazioni.
È bello vedere che un semplice articolo riesce a smuovere le persone.
Ciao Paloma,
io personalmente sono stata due volte al Villaggio della Legalità, gli altri volontari molto più spesso. Antonio è un amico di Paolo e conosce benissimo Sergio, ossia le due persone che in questi giorni hanno portato da mangiare ai rom mentre dormivano per strada, che li hanno accompagnati a cercare alloggi, che hanno fatto telefonate e litigato con assessori che avevano la tua stessa arroganza, gente che parla senza prima informarsi e soprattutto senza uscire di casa a vedere con i propri occhi.
Il signor Antonio, come puoi vedere tu stessa, nel primo intervento non si è affatto presentato.
Dire a noi di metterci la faccia e del nostro quando alcuni di noi stanno ricevendo minacce di morte è a dir poco miserabile.
Ieri siamo stati tutto il pomeriggio con loro in ospedale per un bambino che stava male. Tu dov’eri? Dov’eri mentre dormivano alla stazione di Cisterna e non avevano da mangiare? Dov’eri mentre erano tenuti ostaggio nel comando della municipale senza cibo, acqua né possibilità di andare in bagno? Dov’eri mentre uno di loro ha avuto un attacco di cuore?
L’arroganza fa spesso fare pessime figure.
Grazie del contributo.
Continuo a non capire chi scrive senza mettere la firma anche se è giusto che dica la sua..all’amica o amico che scrive dico che in questi giorni sono stato,tra l’altro su altri terreni confiscati in altre realtà non meno facili di Latina per quello che faccio x Libera e non credo di dover chiedere x questo permesso ad alcuno.La volontaria se è stata al campo la invito a dormire stanotte, non nel suo comodo letto, ma nel tendone del Villaggio e poi mi spiegherà di che assistenza parla…paolo che fa un lavoro encomiabile vive a poche centinaia di metri da Al Karama e ha deciso legittimamente di lavorare solo o in gran parte li.Io anche se la nostra amica la pensa diversamente posso anche fare altre cose lontano da Latina…o no?Una cosa è parlare un’altra è fare:io se mi rendevo conto che erano tenuti ostaggio nel comando vigili urbani come ho già fatto altre volte andavo in procura a fare denuncia…altrimenti sono chiacchiere. Tu dov’eri quando quella sera si pichhiavano tra loro i Rom di Al Karama e dove erano i tuoi volontari? Non credo ti senti in colpa per non essere stata li o che tu debba giustificarti con alcuno. Io ero li con Paolo è li ho,senza buonismo alcuno,fatti andare in questura a denunciare quello per cui si accusavano. Dove eri tu la prima notte dell’icendio…ma con Te che sai tutto e chiedi dove ero io servirebbe a poco saperlo.Io mi chiamo antonio turri, non sono nessuno,ma non chiedo che a chi rappresenta lo Stato di fare la sua parte.Tu vedo che puoi pretenderla da associazioni e persone.Ottimo x Te ma un piccolo consiglio mi sento di dartelo se non ti esponi con nome e cognome sui blog mai avrai il coraggio di denunciare i vigili che tengono in ostaggio i Rom e questo è un problema non per me ma x gli amici Rom…Buon lavoro
non credo serva a nessuno stare a discutere su chi ha fatto o fa di più o meglio, forse sarebbe il caso di raccordarsi per assistere tutti nel migliore dei modi. TUTTI…
Gentile Antonio Turri, io ho risposto alla militante di Libera di Anzio, Paloma, che col suo commento ha fatto un’enorme figuraccia.
So che lei personalmente, Antonio, ha seguito molto da vicino le vicende del campo, anche le ultime, ma negli ultimi 10 giorni Libera, per le persone che sono finite in mezzo alla strada, non si è vista. Magari avete continuato ad andare ad Al Karama (intuisco di no dal suo commento precedente…), ma avrebbe anche potuto telefonare alle, cito testualmente, “cooperative che hanno in uso terreni e locali pubblici che sono idonei ad ospitare non solo gli amici Rom ma i centinaia di senza tetto che la notte non trovano rifugio alcuno”. O quantomeno fornire i contatti a Paolo, segnalarli al Prefetto o allo spaesato assessore Di Cocco, che sembra non sapere dove mettere le mani.
Purtroppo il messaggio che passa in questa sede è quello di persone che si stanno litigando meriti sulla pelle di altre persone.
Personalmente, e credo di parlare anche a nome di Sergio e Paolo, non me ne frega nulla della gloria (tanto che non ci tengo nemmeno a firmare i miei articoli). Ho scoperto solo stasera che parte del mio articolo è finito su Latina Oggi, benché io non lo abbia segnalato a nessuna redazione, ma solo ad amici e compagni.
Tuttavia, sperando che questa bruttissima storia si risolva nel modo migliore per tutti, e che la giustizia faccia il suo corso, mi auguro che alla fine non venga gettato fango su determinate persone, solo per giustificare la farraginosa burocrazia che ha legato le mani a molte associazioni.
P.S. non ho problemi a presentarmi a lei, ma di persona. Può chiedere a Paolo o Sergio. Buona serata.
Ma perchè chiedere se quello di cui scrivete in un articolo, si basa su mere supposizioni o sulla conoscenza diretta di persone o fatti, significa essere arroganti o fare figuracce?
Io posso esserci stata o no in questa situazione, posso invece essere stata in prima linea in altre situazioni o in altri posti che non siano il caso specifico.
Forse l’articolo è stato scritto un pò alla buona, poco chiaro, se si accusano così persone che lavorano duramente sul territorio e che si impegnano quotidianamente contro la mafia e nell’aiuto dei rom, mi sembra normale voler sapere su cosa si basano le vostre supposizioni. Poteva farvi le mie stesse domande una qualsiasi persona anche non iscritta a Libera.
La situazione a Latina è grave e se il vostro punto di vista è espresso perchè vi state anche impegnando personalmente, allora ci sono delle basi da cui partire per poter parlare. Ma visto l’articolo che avete scritto e le accuse fatte mi sembra logico che le persona accusate vogliano spiegarvi meglio la situazione o vi si facciano ulteriori domande per capire. Tra l’altro io invece non ho ancora capito con chi sto parlando, e non sono affatto una “combattente” di Libera così mi avete definita e si sono di Anzio, bravi avete indovinato!
Non è affermando il proprio “supereroismo” che si cambiano e risolvono le cose.
Soprattutto, Diletta, non è non facendo un bel niente che si risolvono le cose.