Il Cencio
Aperiodico libertario dell'Agro Pontino
Chiarimenti sulla discussione con Libera
Categories: Diario

Nelle ultime ore questo blog è stato sede di un vivace dibattito, in particolare con alcuni esponenti di Libera, relativamente alla questione dei rom di Al Karama. Nello specifico un nostro post, “Al Karama: vittime abbandonate e mezze verità“, ha avuto una fortissima risonanza mediatica, tanto da essere citato su uno dei più letti quotidiani locali, Latina Oggi. Specifichiamo subito che nessuno del Cencio ha segnalato il post ai giornali, e che esso è stato diffuso solo attraverso una rete di amici e conoscenti. Il tam tam ha fatto il resto, evidentemente.

Purtroppo quel lungo post di denuncia, che aveva lo scopo di scuotere le coscienze di tutti, cittadini, associazioni, istituzioni, è diventato il centro di una polemica con l’associazione Libera, per un paragrafo in cui si parla di loro, in tono non adorante.
Inutile dire che ci rincresce molto aver visto un accorato articolo di denuncia monopolizzato dal risentimento di un’associazione.
Quello che il post voleva sottolineare è che Libera ha fatto mancare il suo supporto materiale al gruppo di rom che si è trovato a vagare per la Provincia di Latina, in condizioni vergognose. Ribadisco, il supporto materiale è mancato per i rom in strada. Il fatto che, forse, in questi giorni Libera ha dato una mano a chi vive ancora nel campo, soprattutto ai bambini, cambia poco le cose. Perché qui si parla dei rom costretti a vagabondare, e lì Libera non c’era. Punto.

Chiaramente la mancanza di Libera non è stata la sola, ma semplicemente quella che si è sentita di più.

Dire adesso che i motivi che hanno spinto Libera a non agire dipendono dal fatto che anche i rom in fuga hanno ricevuto, dagli estorsori, denunce per fatti gravissimi (caporalato e sfruttamento del lavoro minorile) non sembra una giustificazione sufficiente. Tanto più che i militanti di Libera si sono mobilitati per portare aiuti ai rom rimasti all’interno del campo Al Karama, dove ci sono stati tre arresti per estorsione (non che il gesto non sia comunque degno di encomio, dal momento che ad Al Karama vivono ancora moltissimi bambini che hanno bisogno di assistenza e tutela).*

Capiamo perfettamente il loro discorso, sul fatto che anche i rom costretti a fuggire non siano dei santi. Sta di fatto che però queste persone sono state costrette a scappare perché minacciate di morte, che anche quanti li hanno davvero assistiti (pochissimi) hanno ricevuto minacce di morte, e che, in definitiva, 44 persone si sono trovate a dormire all’addiaccio. Personalmente tanto mi basta per mobilitarmi in loro soccorso, ché a giudicare ci pensa il giudice competente.

Ben coscienti del fatto che non tutti agiscono allo stesso modo, con gli stessi mezzi e attraverso gli stessi canali, i volontari si aspettavano di vedere l’azione di Libera correre su un binario parallelo al loro, ma per lo stesso fine: aiutare queste persone in mezzo alla strada.

Ognuno agisce (o non agisce) come vuole, questo è chiaro. Ma dopo non si può pretendere di dire la propria su singoli eventi specifici ai quali non si è preso parte. Men che meno pretendere qualche riconoscimento. E questo discorso vale non solo per Libera, ma anche per la Caritas, per il Comune di Latina, per il Prefetto, per l’assessorato ai servizi sociali, e per tutti i cittadini che passano il tempo disquisendo su democrazia, legalità e Stato sociale/assistenziale che non hanno mosso un dito, nemmeno per una telefonata.

Sappiamo benissimo che Libera sta seguendo altri progetti e altre questioni, come pure sappiamo che l’assessore Di Cocco non riesce a gestire la situazione, che anche il Prefetto non è ancora venuto davvero a capo della questione, che la Caritas sbuffa (e a volte ringhia…) per il fatto d’essere stata coinvolta, che la Protezione Civile agisce solo con autorizzazioni di soggetti specifici e che non basta una telefonata di un privato cittadino...

Ma quello che si dovrebbe evitare, dopo aver lasciato altre persone a fare il lavoro sporco, è appuntarsi sul petto medaglie di battaglie che non si sono mai combattute.

*D’altra parte, i volontari minacciati di morte dal gruppo di Ion Hornea (arrestato ieri), non avrebbero potuto neanche avvicinarsi ad Al Karama…

 

AGGIORNAMENTI DELLE 14:

  • Ci è stato riferito che esponenti di spicco di Libera di Latina hanno accusato Sergio Sciaudone di aver commissionato il post “Al Karama: vittime abbandonate e mezze verità” e di averlo segnalato alle redazioni dei giornali.
    Ci teniamo a chiarire che noi del Cencio non siamo abituati a scrivere marchette su richiesta di nessuno, che non abbiamo alcun interesse a farci pubblicità sulla stampa locale (tanto che, avvalendoci di un nostro pieno diritto, non firmiamo i nostri articoli) e che quel post è stato scritto da una testimone oculare dei fatti, da una persona che ha per un certo periodo frequentato il gruppo di Pallastrada, che è stata più e più volte ad Al Karama, che ha incontrato quasi ogni giorno i rom che sono finiti in mezzo alla strada.
  • Ci teniamo a ribadire che il gruppo di volontari non ha scelto una fazione da sostenere, semplicemente Al Karama era divenuto pericoloso per la loro incolumità.
  • Stando a quanto riportato dall’edizione odierna di Latina Oggi, l’assessore Di Cocco ha preso coscienza della gravità della situazione e si sta muovendo per cercare una soluzione accettabile e dignitosa per tutti.

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