Da quasi 2 anni, ben 14 famiglie di Latina hanno scelto di unirsi in una lotta a difesa del loro diritto all’abitare e ad una vita dignitosa. Occupando uno stabile abbandonato da più di 20 anni e di proprietà di un’immobiliare di dubbia onestà (un po’ come tutte le immobiliari del resto), queste coraggiose famiglie hanno dimostrato alla città come l’unione e l’autorganizzazione possano davvero essere risolutive.
Ad oggi però, complice forse un’ingenua fiducia in un aiuto da parte di politici e istituzioni, queste famiglie si trovano sotto scacco, minacciate di sfratto.
Noi de “Il Cencio” esprimiamo tutta la nostra solidarietà alle 14 famiglie dell’occupazione di Via Respighi, e saremo disponibili a offrire il nostro supporto con ogni mezzo a noi concesso.
Crediamo che, soprattutto in una città dove si fa mercato di qualunque bene comune (dall’acqua, al verde, al diritto all’abitare), l’unità, la solidarietà e l’autorganizzazione siano le uniche risposte possibili. In special modo davanti a delle istituzioni il cui unico obiettivo sembra essere la difesa di interessi privati.
Auspichiamo la diffusione di comitati antisfratto e del diritto all’abitare, creare nuovi spazi – fisici e non – che, attraverso la condivisione e la socializzazione, diventino luogo di incontro e laboratorio di idee. Le occupazioni che, con il cappello in mano, chiedono regolarizzazioni e riconoscimento delle istituzioni sono dei piccoli dispetti che il sistema sa come sedare e risolvere facilmente. L’unica pratica è il rifiuto attivo, che si traduce nell’autorganizzazione.
Rinnovando la solidarietà alle famiglie di via Respighi, ricordiamo: «La casa è di chi l’abita, è un vile chi lo ignora!».
I ragazzi e le ragazze del Cencio