Il Cencio
Aperiodico libertario dell'Agro Pontino
No TAV: Repressione a Latina
Categories: Diario

Qualcuno potrebbe dire che, in fin dei conti, non è successo nulla di grave. E forse avrebbe ragione. Ma in quanto libertari, non possiamo facilmente passare sopra anche alla più piccola manifestazione di questo stato di polizia.

Nella giornata di ieri, a Latina, un gruppo informale si è dato appuntamento in Piazza della Libertà (sede della prefettura), per un presidio NO TAV a sostegno degli abitanti della Val di Susa, i quali, lo stesso giorno hanno dovuto fronteggiare le forze occupanti di carabinieri e polizia per via degli espropri.

Fin dai primi momenti, il piccolo gruppo di presidio (una dozzina di persone), è stato circondato da agenti della digos.

Dopo pochi minuti, il presidio si è evoluto in una libera assemblea per decidere il da farsi e progettare una rete egualitaria di gruppi d’affinità sensibili al tema No Tav e contrarie alle nocività infrastrutturali presenti (ed in progetto) sul nostro territorio; che tra discarica, centrale nucleare, cementificazione selvaggia, turbogas ad Aprilia ed inceneritore ad Albano, ce n’è di schifezze da combattere.

L’assemblea si è svolta in tutta tranquillità, senza alcuno slogan, striscioni o quant’altro.

Ma alla comparsa della prima (ed unica!) bandiera No Tav, (ci tengo a sottolineare, bandiera DIY) ben 7 agenti tra digos e polizia hanno accerchiato l’assemblea, intimando in coro e con arroganza l’identificazione di tutti i presenti. A muso duro, come ben si addice alle forze del disordine, al primo accenno di dialogo, hanno incalzato i partecipanti con esclamazioni come «Dateci i documenti o vi portiamo dentro!», o ridicole frasi, forti solo della divisa, del tipo «Siete sempre liberi di non darci i documenti… così ve portamo dentro!» (cit. del poliziotto matr.195962, che si è comunque rifiutato di fornire le sue generalità, come tutti i “colleghi” presenti). E’ seguito poi, il conosciuto teatrino da stato di polizia:

«Per quale motivo?»
«E’ un normale controllo di polizia.»
«Ma non sta succedendo niente.»
«E’ il nostro lavoro. DOBBIAMO identificarvi. Potevate rimanere a casa…»

Infine, tutti i partecipanti, sono stati identificati e costretti alla “presenza forzata” per più di un’ora.

Per i lettori forestieri, provenienti da contesti e città dove la lotta NO TAV (e, più in generale, la lotta contro dominio e nocività) è molto più aspra, queste vicende potranno sembrare quasi consuetudinarie. C’è da dire tuttavia che a Latina, covo di mafie, ominicchi di partito e associazioni del tipo «io-non-protesto-se-non-sono-autorizzato», iniziative libertarie con tali contenuti sono piuttosto rare. O assenti.

Pochi si sarebbero aspettati una repressione così immediata e, per l’entità dell’evento, ingiustificata.

Ci auguriamo che le varie soggettività coinvolte vicine alla lotta NO TAV, non si lascino cogliere di nuovo di sorpresa dall’arroganza dei poliziotti che, da buoni servi del dominio, preferiscono intimidire e rincorrere qualche “sovversivo”, piuttosto che interiorizzare la loro condizione di schiavi e mettere i bastoni tra le ruote ai veri criminali, come chi è uso fregiarsi della fascia tricolore, quando non proprio di un distintivo.

 

Gerri P. Malerba

PS: La prossima volta che qualcuno  vi incalza con la tiritera del “poliziotto Pasoliniano” fate una cosa: tirategli/le un calcio nei cosìddetti e ditegli/le «Questo è da parte di Gerri».

[immagine no tav]

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