Note a margine dell’ omicidio di un ladruncolo per mano (armata) di una guardia giurata nella notte del 23 Agosto 2012 nei locali dell’ ospedale di Anzio (RM).
Massimiliano Andreoli è morto qualche notte fa, aveva 48 anni.
Massimiliano Andreoli è morto perché lo ha ucciso Luigi V. che invece di anni ne ha 46.
Massimiliano Andreoli è morto perché stava cercando di scassinare un distributore automatico di snack, nel padiglione ambulatoriale dell’ ospedale di Anzio, in provincia di Roma, alle porte di Latina.
Massimiliano Andreoli e’ stato ucciso da un colpo al cuore esploso dalla pistola di Luigi V.
Luigi V. è una guardia giurata che era sopraggiunta per sventare lo scasso del distributore automatico e il furto delle monetine che c’ erano dentro.
Massimiliano Andreoli e’ stato ucciso mentre scappava da Luigi V. che era sopraggiunto troppo presto per permettere a Massimiliano Andreoli di scappare almeno con qualche monetina in tasca; così Massimiliano Andreoli scappava non per proteggere le monetine, ma per proteggere la sua libertà, la sua vita.
Massimiliano Andreoli quando è stato ucciso aveva in mano la spranga con cui aveva tentato di forzare il distributore, ma Luigi V. aveva in mano una pistola di ordinanza calibro 9 × 21 con cui ha sparato due colpi diretti verso Massimiliano Andreoli.
Dei due colpi, uno è stato mortale. Luigi V. ha colpito Massimiliano Andreoli al cuore e al polso sinistro.
Massimiliano Andreoli, caduto in terra, è stato soccorso immediatamente si trovava pur sempre all’ interno di un ospedale ma è morto lo stesso nel giro di qualche minuto.
Luigi V. ha dichiarato che i colpi sono esplosi accidentalmente.
Luigi V. ha anche dichiarato di essere stato aggredito da Massimiliano Andreoli, e ha dichiarato che Massimiliano Andreoli era armato di quello che Luigi V. ha definito un “piede di porco”.
Luigi V. è ora in carcere in attesa di un processo per omicidio.
Massimiliano Andreoli è in un cimitero e non attende più niente.
Nonostante non si abbia nessuna notizia certa del distributore di snack, è ragionevole presumere che non abbia subito particolari conseguenze dalla vicenda.
Per chi crede in certe favole, è molto probabile pensare che Massimiliano Andreoli andrà all’ inferno, in quanto ladro.
In alcuni paesi si crede non stia bene morire senza qualche monetina in tasca: anche il traghettatore infernale, dicono, vuole la sua parte e se non la ottiene può adirarsi e lasciare le povere anime a vagare sulla sponda del fiume.
Ma che sciocchezze: l’ inferno, non esiste!
E invece Massimilaino Andreoli ha trovato la porta dell’ inferno dentro un distributore automatico di snack.
Resta da chiarire se si trattasse della porta d’entrata, o di uscita.
In ogni caso, una cosa sembra certa: si tratta di una porta da due soldi.
la difesa della proprietà privata (simboleggiata in questo caso dal distributore di merendine), si concretizza come un attacco alla libertà di chi supera la soglia che stabilisce il limite della propria miseria. Questa affermazione sarebbe senz’altro banale se non fosse per il fatto che, come questo caso esemplifica, l’ attacco alla libertà si radicalizza nell’ attacco alla vita stessa (simboleggiato dalla pistola d’ ordinanza che esplode un colpo al cuore del poveraccio) colorando di rossosangue questo confine estremo che separa chi non ha niente da perdere (a parte, è charo, la propria libertà, cioè la propria vita) da chi invece deve difendere quello che ha, cioè la propria posizione di privilegiato (simboleggiata dal sistema di allarme collegato al distributore di merendine). La violenza, che viene qui giustificata come estrema “difesa” dello status quo, va invece considerata alla base di questo sistema stesso e cioè, in pratica, sempre in atto (cioè in azione di attacco perennemente attuato) contro chi di questo sistema è costretto a pagarne tutti i giorni il prezzo con una vita umiliata e appesa al filo spinato della proprietà privata.
R.P.