Non amo (più) particolarmente Vauro, negli ultimi anni la parabola discendente della sua satira è stata abbastanza evidente. In generale mi annoia quella satira mercenaria e pelosa, che strizza l’occhio al bravo cittadino, fatta per piacere, politicamente corretta.

Stavolta però Vauro ha davvero “toppato”.

La vignetta in cui ritrae Elsa Fornero come una squillo è semplicemente pessima.
La verità è che si fa troppo presto a dire puttana, troia, mignotta o squillo.
Ha offeso la Fornero non in qualità di Ministro operosamente impegnato a sfasciare il paese partendo dalla dignità dei lavoratori, ma in quanto donna.
Ha offeso tutte le donne, che ancora devono giustificarsi quando fanno bene e subire insulti non inerenti al loro operato quando fanno male.
Ha offeso le donne che la puttana la fanno di mestiere, per scelta o per disperazione.
Ha riproposto il concetto di puttana come insulto. Sei puttana perché sei donna che sbaglia.

La Fornero da parte sua ci ha messo il carico rispedendo l’insulto al mittente, confermando la puttana come insulto, dicendo in pratica “maschio, riconosci i miei meriti, degnami di rispetto e non declassarmi a puttana, fammi essere uomo”.

E allora, cari Vauro e Fornero, chiamateci tutte puttane, noi donne orgogliose di sbagliare ,perché abbiamo il coraggio di metterci in gioco. Orgogliose di essere donne senza invidia del pene. Puttane orgogliose di non aver bisogno di nessuna legittimazione.

Mannaia Storta