Massimo Zossolo ha 28 anni ed è uno dei sei condannati a sei anni di reclusione (con rito abbreviato) per i fatti avvenuti a Roma il 15 Ottobre 2011, nello specifico l’assalto al blindato.
In questi giorni, immediatamente dopo la condanna, Massimiliano ha scritto al presidente della repubblica, richiedendo la revoca della cittadinanza italiana.
“Egregio presidente della repubblica on. Giorgio Napolitano.
mi chiamo Zossolo Massimiliano e sono uno dei sei ragazzi condannati a sei anni per gli scontri di piazza sangiovanni.
innanzitutto mi scuso per la forma e per gli errori che trovera’ in questa lettera non essendo abituato a scrivere e non avendo un grado di istruzione elevata.
Le scrivo poco dopo aver appreso della mia condanna che ritengo sia maturata in maniera del tutto pregiudizievole e mostruosamente ideologica,
sinceramente non essendo pratico ne di tribunali ne di giochi di potere,
mi chiedo semplicemente come sia possibile che sei ragazzi pur avendo adottato difese differenti vengano condannati ad una pena esattamente identica.
mi chiedo come e’ possibile dare la stessa identica condanna tra chi viene accusato di aver partecipato ad azioni differenti tra loro.
mi chiedo come mai i nostri avvocati hanno parlato per ore ma il giudice ha dato la sentenza dopo 10 minuti di camera di consiglio.
mi chiedo come mai il sindaco della mia citta’ on.Gianni Alemanno pregiudicato per reati simili definisca una condanna del generere ”risarcente verso la citta’ di roma!”.
se per risarcente intendiamo arrestare 6 persone e fargli pagare in toto tutti i delitti occorsi quel 15 ottobre signor Presidente io non ci sto,
infatti io con la presente non intendo chiedere la grazia o sconto di pena alcuno, chiedo solo che mi venga revocata la cittadinanza italiana,perche’mi rifiuto di essere un cittadino di un paese dove la condanna per aver rotto un bancomat e’ piu’ aspra di una condanna per aver massacrato gente che dorme in una scuola dopo un manifestazione,oppure dove un blindato bruciato vale piu’ della vita di aldovrandi, e potrei andare avanti per pagine intere con esempi simili, talora mi accordasse questa clemenza sono pronto a non affrontare nemmeno il processo d’appello cosi almeno eviterei di gravare ulteriormente su una magistratura gia’oberata di lavoro,sono anche pronto a vedermi revocati gli arresti domiciliari ed affrontare da subito la tortura (lo dice l’europa)delle nostri carceri, sarei in parte gia’ onorato di non far piu’ parte di un paese che non offre piu’ nessuna prospettiva democratica, mi sentirei almeno libero di non dover piu’ scegliere tra la fame ed il manganello.nella versione cartacea di tale lettera le allego la mia carta di identita e la mia tessera elettorale.
La saluto signor presidente rinnovandole i mie piu’sinceri auguri per questi ultimi mesi del suo mandato
in fede
Massimiliano Zossolo”
Personalmente non so nulla di Massimiliano, non ho idea di chi sia, di quale sia il suo pensiero. Tuttavia ho ritenuto opportuno contribuire a dare un’eco a queste poche righe che, con semplicità, riassumono e centrano una serie di profonde problematiche con cui ci troviamo ad avere a che fare.
Non so se Massimiliano sia un compagno (qualcuno, di altri ambienti, mi ha detto che no, non lo è), ma nello scrivere questa lettera, secondo me, lo è stato.
Mannaia Storta