Il Cencio
Aperiodico libertario dell'Agro Pontino
Contro l’atomizzazione sociale
Categories: Ideario

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Avete mai sentito descrivere la società in cui viviamo come una società individualista? Magari da qualche pupazzo politico o, peggio, da qualche ecclesiastico? L’origine di queste osservazioni già la dovrebbe dire lunga sulla loro veridicità. La realtà è molto più desolante: viviamo in un contesto sociale completamente atomizzato.

Tutto, dalla moderna concezione del lavoro, alle tecnologie, fino anche ai divertimenti mondani suggerisce un consumo ed un vissuto atomizzato, che poco ha a che vedere con il benessere dell’individuo. Il mercato ci vuole soli, edonistici consumatori ben racchiusi all’interno di gabbie reali (la nostra postazione di lavoro, la nostra casa) e di gabbie immaginarie (paure indotte e realtà virtuali), pronti a sacrificare la nostra individualità, la nostra vita, in nome dell’unico dio: la società industriale.

A chi riesce di ascoltare il suo personale grido di vita, il placebo di un social network può poco; soprattutto di fronte alla grande solitudine e alla disconnessione dal reale che chi promuove questo tipo di società ha pianificato.

Ed è qui che ogni istinto libertario deve essere concentrato: propagare col fatto e dare eco al proprio grido di vita, distruggere ogni gerarchia, ricostruire la comunità umana un legame alla volta, fino alla ritessitura della rete che i fautori della società industriale hanno accuratamente provveduto a smagliare e annichilire, togliendo alle persone ogni potere sulle proprie esistenze.

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Un lavoro di distruzione e di creazione, liberando spazi (fisici e mentali) in ogni modo, lecito e illecito. Ricreare vicinanza, complicità, tagliare i freddi fili di rame della rete virtuale e riconnettersi all’umano, alla biosfera, con buona pace della feccia transumanista.

Non sarà un lavoro semplice: gli occhi elettronici del potere sono sempre alla ricerca di “matti” e “disadattati” da mettere nelle liste nere dei loro database, che fremono al pensiero di poter catalogare ed ingabbiare l’intero esistente.

Non saremo una statistica commerciale nei loro Big Data, non ci faremo intimorire da eserciti pronti a tutto pur di difendere gli interessi di chi tiene le redini, non faremo parte delle loro proteste spettacolarizzate, non marciremo nella desolazione delle metropoli. Non stavolta, non ora. E una volta per tutte.

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