Il Cencio
Aperiodico libertario dell'Agro Pontino
Guerrilla Gardening mon amour
Categories: Ideario
Premessa: cos'è il Guerrilla Gardening?
Il Guerrilla Gardening è una pratica di riappropriazione degli spazi urbani le cui origini, nella sua forma organizzata, risalgono agli anni ’70. Consiste nella piantumazione clandestina (ovvero non autorizzata dalle istituzioni) di piante ad uso collettivo, solitamente in aree periferiche abbandonate o semi-abbandonate.
Tale pratica, che spesso si collega a visioni come la permacoltura o l’agricoltura naturale, nasce come critica del tessuto urbano e volge a distruggere e riconcepire gli spazi della città, trasformandoli in luoghi d’incontro, laboratori di autoproduzione e spazi di gratuità.

 

Da diversi anni si sta concretizzando una fortunata crescita del movimento dei giardinieri sovversivi. Con piantumazioni in tutte le principali città di questo paese, molte aree sono state strappate al grigiore urbano e, a volte temporaneamente a volte permanentemente, restituite alla collettività più verdi che mai.

Anche il progetto del Libero Orto (Latina), ha visto la piantumazione, nel tempo, di più di 40 alberi, prediligendo alberi da frutta ed essenze locali; questo attacco di guerrilla gardening continuato ha creato una nuova bolla di gratuità all’interno di una città che, come ogni città che si rispetti, basa il suo esistere su sterili flussi di merce e interessi privati, senza alcun riguardo per il benessere reale, biologico.
Nondimeno, il recente rilancio delle attività, con la piantumazione di 8 alberi tra lecci, cachi e nespole, fa ben sperare per l’espansione del progetto.

Tuttavia, questa crescita esplosiva che interessa i collettivi di giardinieri sovversivi di tutta la penisola espone ad un rischio considerevole: la spettacolarizzazione della pratica del Guerrilla Gardening.
La narrazione che mass-media hanno fornito del GG (complice anche l’ingenuità di collettivi di giardinieri che si sono prestati al teatro mediatico), stanno riducendo la nostra pratica ortigiana ad un vuoto e banale «piantiamo i fiori perché il cemento è anti-estetico».

Il Guerrilla Gardening ha proposto, fin dal principio, una visione decisamente diversa, radicale: non mettere i fiori ad ornamento della prigione urbana (parafrasando Silvano Agosti), ma rompere i legami delle esigenze di mercato, della gerarchia istituzionale, della proprietà e restituire potere alle persone che fortemente avvertono l’esigenza di dover vivere in uno spazio vitale non cementizio, non industriale, ma verde; in armonia con la biosfera.

La gratuità del cibo, la riappropriazione degli spazi e l’illegalità delle pratiche per il cambiamento (perché, ben felici di questo, il GG rimane una pratica illegale, per quanto relativamente non-violenta) sono assunti propri dei giardinieri sovversivi che certo non possono trovare spazio nei canali mediatici generalisti, essendo quest’ultimi una massima espressione di un modello di “vita” che vede gli esseri umani come passivi ingranaggi. E laddove qualche sparuto media “illuminato” sembra pubblicizzare la pratica del Guerrilla Gardening, ciò che fa è in realtà proporre una narrazione ridotta, edulcorata, quasi disneyana. In poche parole, inoffensiva.

La compagnia del Libero Orto non si fa (e non si farà) certo scoraggiare dai continui tentativi di recupero che la macchina mediatica avanza nei confronti del grande movimento dei giardinieri sovversivi, e continuerà ad ingrandire la sua tribù, fatta di alberi, uomini, insetti e qualsiasi essere vivente lotti per la sua autodeterminazione in un mondo più verde e meno industriale.

Un saluto ed un buon augurio ai giardinieri sovversivi di ogni dove!

La Compagnia del Libero Orto

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(contributo per il Raduno Intergalattico di Guerrilla Gardening, 2-4 maggio 2014, Roma)

 

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