Il 30 maggio in Piazza della Libertà a Latina una ventina di esaltati, noti come “sentinelle in piedi”, hanno inscenato il solito teatrino che ormai li caratterizza: in piedi in silenzio per un’ora con un libro in mano leggendo (o almeno, facendo credere di leggere) e pregando contro gli omosessuali e, più in generale, contro la libertà di ogni individuo di autodeterminare la propria sessualità, manifestarla e rivendicarla. Tutto questo a tre giorni dal gravissimo episodio ai danni di Aurora, giovanissima transessuale di Aprilia, aggredita, insultata e quasi accoltellata da un branco di adolescenti.
In piazza della Libertà c’era però un altro gruppo, quello delle “Finocchielle a novanta”, il quale, a dispetto di quanto hanno sostenuto i media locali, era di gran lunga più numeroso di quello delle sentinelle (all’apice dell’evento si contavano più di 100 persone): tanti giovani della città hanno organizzato una carnevalata allegra, assolutamente pacifica e colorata, in perfetto stile queer.
Le forze dell’ordine erano visibilmente sorprese e infastidite dalla presenza dei manifestanti non autorizzati, e in più di un’occasione hanno minacciato identificazioni e traduzioni in Questura. Hanno inoltre allontanato in malo modo coppie che intendevano scambiarsi un bacio proprio davanti alle sentinelle.
La contestazione è stata comunque un successo, capace di coinvolgere in pochissimo tempo passanti, famiglie con bambini e tantissimi giovani della città. Anche la mamma di una ragazza transessuale ha fatto un intervento al megafono invitando le sentinelle a vergognarsi per il sentimento di odio e le idee assurde che sostengono e inculcano, soprattutto nei ragazzi.
Altro episodio degno di nota è quello di un paio di bambini, figli di una sentinella, che ad un tratto hanno iniziato a mandare baci verso le Finocchielle, finché la madre non li ha portati in macchina (parcheggiata lì accanto) per rimproverarli.
Il sostegno della città ai contestatori colorati ha dimostrato pubblicamente che Latina non concede spazio all’omofobia.
Fra le sentinelle in piedi, pacifiche e democratiche, spiccava una sorta di servizio d’ordine interno composto da individui con tatuate svastiche e croci di ferro. Questi soggetti erano erano sin da subito più interessati a studiare i contestatori che a leggere loro libri. In seguito, protetti (come sempre) dalle forze dell’ordine, non hanno sprecato l’occasione per minacciare i manifestanti, il tutto è avvenuto in presenza di agenti di polizia che hanno fatto finta di non sentire.
Il presidio delle sentinelle si è concluso in netto anticipo rispetto al previsto, e alla fine della manifestazione il gruppo delle Finocchielle ha proseguito con una “passeggiata frocia” nella via dei pub al grido di «No all’omofobia!», ricevendo applausi dalle persone presenti. Ad aspettarli hanno trovato anche uno sparuto gruppo di militanti di Casapound, che ha tentato inutilmente di lanciare qualche provocazione.