[Old but gold]
Introduzione
Alla luce delle ondate di lacrimogeni gettati dalle forze del disordine su tutti i tipi di manifestanti (vecchi, donne, anarchici, autonomi, pacifisti e compagnia cantando) durante la recente invasione militare della Val di Susa, mi sembra doveroso pubblicare una mini-guida, ma più approfondita che mai, su come prevenire e/o curare l’effetto del lacrimogeno.
La guida si divide, volutamente, in tre macro-sezioni: questa, ovvero una panoramica sul lacrimogeno in generale, una dove sono inserite informazioni per rimedi “di fortuna” ed una per rimedi per manifestanti più prudenti.
Cos’è un lacrimogeno?
Il lacrimogeno è un’arma chimica atta a dissuadere, disperdere, offendere, deviare e disorganizzare il corteo.
Ne esistono di varie tipologie e possono essere esplosi da grande distanza rispetto al luogo d’impatto grazie a fucili portatili o, addirittura, a da piccoli “cannoni” a bordo delle torrette dei blindati.
Gli effetti possono variare in base alla natura del gas e a fattori soggettivi: per esempio, raccomandiamo ad asmatici (o persone affetti da problemi respiratori in genere) di tenersi ben lontani da qualunque tipo di nuvola di lacrimogeno, per quanto protetti.
In generale, gli effetti sono:
- Lacrimazione e muco abbondanti
- Bruciore a occhi e vie respiratorie
- Difficoltà nella respirazione
- Nausee
e, per i gas più forti o sovraesposizoni
- Bruciori di stomaco
- Asma
- Vomito
- Vertigini
- Ulcerazione delle vie respiratorie (sangue in bocca)
Una particolare menzione va al gas CS (vedi allegati), arma chimica utilizzata per stanare i VietCong, largamente utilizzata dalle forze del disordine anche nel *G8 di Genova* e, più recentemente, agli *scontri della Val di Susa* contro il TAV. Tale gas provoca ulcerazioni, vomito, lacrimazione intensa e asfissìa anche a basse espozioni. Il bossolo è a frammentazione, e si riconosce dalla cartuccia cilindrica lunga più o meno 25 centimetri, decisamente fuori misura rispetto ai lacrimogeni convenzionali. Risulta ovvia, inoltre, la pericolosità del bossolo stesso che, come riscontrato in diverse occasioni, è capace anche di procurare pericolosi traumi cranici.
Si raccomanda, dopo un’esposizione prolungata ai lacrimogeni (dopo la manifestazione, ovviamente), di lavare i propri vestiti: questo a causa delle polveri secche che permangono tra le fibre dei vestiti; sono molto più tossiche dei lacrimogeni stessi.
Approfondimenti: 2-CHLOROBENZYLIDENE MALONITRILE (CS):
EVIDENZE, SINTOMI, TOSSICITÀ, CONTROINDICAZIONI E MALAFEDE DELLE “ARMI DI REPRESSIONE DI MASSE
Consigli per protezione di fortuna
Se siete stati fiduciosi fino all’ultimo nell’umanità delle forze del disordine, ma siete incappati lo stesso in una nube di gas lacrimogeno, ecco alcuni consigli per rimediare con mezzi di fortuna.
- La cosa più importante: NIENTE PAURA E SANGUE FREDDO! Altrimenti, fate esattamente il gioco di chi vi offende.
- Cercate di evitare le posizioni sottovento rispetto al punto di impatto del lacrimogeno;
- Se non vi rallenta troppo, camminate bassi;
- Portatevi un panno bagnato su bocca e naso, od un limone;
- Respirate il meno possibile finché siete nella nube;
- Evitate di bere acqua subito dopo un’esposizione prolungata che vi ha causato la nausea: vi farà ingoiare ed assimilare tutti depositi di polvere nociva che vi si saranno formati in gola, con conseguenti dolori di stomaco e nausee più forti. Sputate e tossite il più possibile e, se le circostanze ve lo permettono, fate dei gargarismi.
Consigli per manifestanti prudenti
Per chi, invece, non gradisce la presenza di gas tossici nella propria città, ecco un vademecum su cosa fare per resistere ai lacrimogeni, ed eventualmente, inibirli.
Immunizzare
Un rimedio molto “alla buona”, almeno per gli occhi, è l’uso di occhiali da piscina o da saldatore, ma entrambi non sono molto affidabili.
Sicuramente il metodo migliore è indossare una maschera anti-gas di quelle anti-incendio o militari. Si consigliano maschere con ampio vetro, per una maggiore visibilità; insomma, evitare i residui bellici con solo dei piccoli buchi per gli occhi.
Si ricorda che barba folta e capelli lunghi interrompono l’aderenza della guarnizione di quasi tutte le maschere; non è un invito a radervi completamente, siate solo coscienti del fatto che, forse, qualche spiffero entrerà, ma sarà comunque poco rispetto a ciò che vi risparmierete.
I filtri, se non li avete, sono sostituibili da uno straccio imbevuto in acqua con bicarbonato: soluzione low-cost ed efficace.
Se non avete la maschera (ma potete anche utilizzarlo come rinforzo sotto la stessa) è utile porre davanti a naso e bocca un bavaglio. Usare solo tessuti naturali (meglio se non colorati) e molto spessi.
Contro le intossicazioni e nausee da sovraesposizione, è indicato il Maalox diluito in acqua.
Risultano invece molto utili, sia per bagnare filtri e bavagli, sia per rimuovere gli effetti del lacrimogeno dal viso, altri prodotti come la Maaloxina (molto efficace), il bicarbonato di sodio ed sapone di marsiglia, tutto rigorosamente ben diluito in acqua e da somministrare tramite nebulizzatore.
Guardando con attenzione le componenti della Maaloxina, la cui efficacia come pulizia antilacrimogena è stata testata in più occasioni, si può notare che, in realtà, la sua composizione è molto semplice:
* Sodio bicarbonato
* Acido citrico
* Saccarosio
Pertanto crediamo sia perfettamente replicabile con ingredienti a buon mercato, visto il suo costo.
Una buona idea potrebbe essere legarsi al braccio sinistro (sempre che siate destri) un piccolo scudo 40×40cm (di materiale a piacere). Giusto in caso la polizia fatichi a sparare i lacrimogeni lontano dall’ altezza d’uomo.
Inibire
Inibire un lacrimogeno è per i più coraggiosi e, spesso, fa la differenza tra la dispersione e la continuazione del corteo. Ma cosa serve?
Innanzitutto, per chi non è avvezzo, si sappia che il bossolo del lacrimogeno SCOTTA, e nemmeno poco.
Raccomandiamo quindi, per maneggiarli, l’uso di guanti da lavoro rigorosamente in stoffa MOLTO spessa o, ancora meglio, pelle animale (non ce ne vogliano i vegetariani!).
Detto ciò, rispedire al mittente un lacrimogeno non è praticamente mai una buona idea, per essenzialmente due motivi:
- Implicazioni legali: mica vorrai far del male a dei pubblici ufficiali, no?
- I lacrimogeni vengono sparati con dei fucili, pensi davvero di avere tutta questa forza nel braccio? Finirai per far del male ad altri manifestanti!
Una buona idea è gettare il lacrimogeno in fogne, canali, fiumi e quant’altro del genere si abbia nelle vicinanze: non sarà una soluzione molto “green”, ma sempre meglio che sputare sangue per mezz’ora.
Evita, a tale scopo, le fontane; non si sa mai qualcuno voglia utilizzarle per sciacquarsi la faccia o berne l’acqua: il ricambio potrebbe non essere sufficiente a smaltire il gas che, per la cronaca, non è idrosolubile ma rimane in sospensione.
Se mancano sorgenti d’acqua, potrebbe essere buona prassi portarsene una “scatola” (tenuta stagna, ma apribile) piena, dove potranno essere inseriti i bossoli ed inbito il gas. Vien da sé che quell’acqua andrà smaltita con ESTREMA cautela.
Soluzione di tipo “canna-del-gas” per contesti urbani: il secchio dell’immondizia. Scelta MOLTO rischiosa poiché il calore del bossolo potrebbe facilmente innescare un incendio.
Altre soluzione le trovati a questi link:
PREVENZIONE E TRATTAMENTO GENERALE PER I GAS LACRIMOGENI E SPRAY AL PEPERONCINO