Come ogni anno, tornano le litanie del 1° Maggio.
Il lavoro, la dignità, gli eroi stakanovisti… «il lavoro rende liberi», recitava la scritta sul più noto dei campi di concentramento nazisti.
Ebbene, noi rigettiamo tutto ciò.
Noi non celebriamo la schiavitù quotidiana a cui l’uomo è costretto. Noi cerchiamo, nel nostro piccolo, di spezzarla.
Giorno dopo giorno, regalo dopo regalo, albero dopo albero… ovunque si annidi.
La felicità è per sua natura al di fuori delle logiche di profitto e produzione. E l’unica vocazione di un essere umano è, per noi, la ricerca di felicità e armonia. Chi ama il lavoro è un masochista, o si chiama capitale.
Pertanto riappropriamoci delle nostre vite! Riprendiamoci la gratuità che il lavoro ci ha negato!
NON FESTEGGIAMO IL LAVORO
FACCIAMO LA FESTA AL LAVORO!
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