Il Cencio
Aperiodico libertario dell'Agro Pontino
meno Lazio Pride, più Queer Parade
Categories: Diario

Comunicato condiviso del Collettivo Queer, del Cencio e del Collettivo Swamp sul perché non sosterremo il Lazio Pride.

volantino aggiornato

Le Ragioni de Il Cencio

Cari lettori (e non) de Il Cencio,

la sottoscrizione da parte nostra, di questo volantino è nata a seguito di una decisione assembleare, ovvero dove si decide collettivamente e nel rispetto di tutti. Lo stesso rispetto per opinioni e stili di vita che totalmente manca in diverse organizzazioni a cui Lazio Pride si è dimostrata vicina. Tale decisione è stata presa per i motivi che sono indicati nel volantino: collaborazioni con le stesse forze politiche contro cui il comitato di LP sostiene di combattere (alcune delle quali dichiaratamente fasciste), mancato sostegno su iniziative LGBT (di molto antecedenti il LP) e nessuna solidarietà – anzi, a volte denigrazione – rispetto a ragazzi e ragazze aggrediti in ambito di manifestazioni LGBT nella città di Latina.

Finché queste condizioni sussisteranno, noi de “Il Cencio, Aperiodico Libertario” (così come i collettivi a noi affini) non daremo sostegno a quest’evento. Saremo eventualmente disposti a rivedere le nostre posizioni qualora l’organizzazione di Lazio Pride riconsideri le sue scelte politiche e capisca che è più opportuno avere il sostegno della gente, piuttosto che di politici in odor di fascismo a caccia di voti e simpatie, facilmente disposti a voltare le spalle qualora ci sia una reale necessità.

Per un pride di lotta e non di palazzo.

Cordialmente,
i ragazzi e le ragazze de Il Cencio

Chiarimenti sul pride, testo del Collettivo Queer

[Riceviamo e pubblichiamo questo contributo del Collettivo Queer in merito al Lazio Pride e le posizioni assunte.]

Dopo una lunga telefonata con uno degli organizzatori del Pride di Latina, rendendoci conto che forse da un semplice volantino – conciso e lapidario – non riuscivano ad emergere in modo chiaro le ragioni delle nostre posizioni, abbiamo ritenuto opportuno produrre un breve comunicato politico in cui si entra un po’ più nel merito della questione, seguendo l’ordine dei contenuti espressi nel volantino spesso.

1. La critica ai Pride. Il volantino si apre con una critica ai Pride, alla loro perdita di valore e significato,con un brevissimo accenno a come i collettivi militanti LGBT ne abbiano preso le distanze, oppure scelgano di non limitarsi a partecipare ai Pride, creando momenti di visibile rottura col contesto (si veda ad esempio la partecipazione di Communia e Cagne Sciolte al Roma Pride).
I Pride sono stati in passato oggetto di scherno da ampie sacche di società civile, figlia di quel perbenismo falso per cui “che bisogno c’è di rendersi ridicoli a questo modo?” o “non è un problema essere gay, ma la sessualità si vive nel privato come chiunque altro”. Ora che, in un contesto politico più ampio e complesso, al compimento dell’economia globalizzata, la lotta politica e sociale assume contorni molto diversi e più aspri, i Pride vengono cavalcati anche dagli stessi soggetti politici che un tempo non perdevano occasione per denigrarli. Naturalmente, i Pride sono prima stati svuotati dei loro contenuti politici e ridotti a un mero evento di folklore da trasmettere in tv per far ancora un po’ indignare, che non guasta mai. E questo non solo in Italia.

2. Una parentesi su Latina. Un Pride in una città politicamente analfabeta e tristemente provinciale come Latina, può avere risvolti ancora più grotteschi. In questa città manca un percorso politico attorno a certi temi. Tutto è stato purtroppo sempre ridotto a meri slogan e adesivi contro l’omofobia sulle vetrine di qualche attività commerciale.
Non che non siano stati fatti tentativi in tal senso, quanto piuttosto essi non sono stati recepiti: è una città in cui si confonde l’impegno politico con l’associazionismo e vige, soprattutto, la presunzione di sapere già tutto. Una città in cui le peggiori banalizzazioni su temi quali “legalità(rismo) a tutti i costi” diventano – e le recenti elezioni amministrative lo confermano – auspicabili prospettive politiche.
Non possiamo non sottolineare quanto la mancanza di dibattiti veri, radicali, e soprattutto ampi, rischi di rendere il Pride un banalissimo evento moderato, per moderati, in cui si parla di tutto (anzi, di poco) e di niente, lasciando fuori ragionamenti fondamentali quali la sessualità, la repressione, la stigmatizzazione sociale.
A conferma di ciò è bene sottolineare come il Lazio Pride semplicemente non sia un Pride, bensì un evento (nell’accezione più pop) creato in risposta alla sottoscrizione da parte di alcuni candidati sindaco di un documento pro-famiglia naturale, ossia, di converso, contro le unioni civili.
In sostanza, la tematica LGBT non è presa in considerazione, se non in via estremamente incidentale. Di più: si avalla quel processo di “normalizzazione” che tende a offrire di omosessuali, bisessuali e transessuali, un’immagine estremamente rassicurante e familiare.
Pertanto, comprendiamo l’entusiasmo delle associazioni LGBT per il primo “Pride” ufficiale di Latina (la queer parade del Collettivo Queer del 30 maggio 2015 contro le Sentinelle in piedi non era autorizzata), tuttavia, realisticamente parlando, questo Pride non aggiungerà pressoché nulla alla coscienza politica individuale e collettiva dei partecipanti.

3. Il mancato supporto verso il Collettivo Queer. Come collettivo non chiediamo e non ci aspettiamo la solidarietà da parte di nessuno. In passato, con alcune delle associazioni che organizzano il Pride, ci sono stati brevi momenti di confronto. Il più delle volte difficilmente si sono trovate reali prospettive di collaborazione, ma questo non ha mai costituito un problema: c’è chi si sente maggiormente rappresentato da determinate pratiche e chi no. Nel citare i vari episodi di mancata collaborazione e supporto intendiamo indicare alcuni precedenti che hanno contribuito a maturare la decisione di non supportare in alcun modo il Lazio Pride.
Non ci ritroviamo nelle modalità operative di queste associazioni, che, anche nel prendere posizione, restano di solito estremamente moderate. Fin troppo, a nostro avviso, come se non volessero scontentare nessuno.

4. L’apertura a Casapound. Le associazioni che organizzano il Pride si dichiarano apartitiche ed equidistanti da chiunque, aperte al confronto con qualsiasi forza politica. Questo è una differenza cruciale che vogliamo sottolineare. Noi non ci rapportiamo con alcuna forza politica, tuttalpiù con associazioni (se dobbiamo fare riferimento a soggetti più “istituzionali”). Totalmente inaccettabile è, per noi, il confronto – anche solo ipotetico – con il pensiero fascista, soprattutto se militante. Non ci interessa, non vediamo alcuna utilità. Anzi, sarebbe ipocrita da parte nostra, dichiaratamente antifascist*.

Questo volantino serviva e serve per spiegare le nostre motivazioni per non scendere in piazza a coloro che hanno un pensiero a noi affine e chiedevano le nostre posizioni a riguardo.

Il testo del volantino

La perdita di significato che ha subito il Pride nel corso degli anni
è stata ampiamente discussa e dibattuta.
I gruppi militanti hanno progressivamente scelto di prendere le distanze da queste festicciole sempre più istituzionali,
spesso anche vetrine da campagna elettorale o per la TV.
È un fatto, questo, che accomuna tutti i Pride a livello globale.
Per questo motivo non ci dilunghiamo troppo sulla natura
di quello che sarà il Lazio Pride a Latina il 25 Giugno,
a cui sono stati invitatati a partecipare, come al peggiore talk show televisivo,
anche esponenti politici locali e non.
Piuttosto vogliamo rendere noti alcuni buoni motivi per boicottarlo.

Un Pride che si propone di portare a Latina
“per la prima volta” tematiche LGBT.

Tuttavia quando i e le compagn* del collettivo Queer e del Collettivo Swamp manifestavano contro le Sentinelle in Piedi, gli organizzatori di questo Pride si dissociavano dalla loro azione
sostenendo che parrucche, coriandoli e boa colorati
fossero cose che li facevano “vergognare di essere gay”.

Questo atteggiamento si è protratto anche successivamente, quando non hanno espresso alcuna solidarietà alle/ai compagn* del Collettivo Queer di Latina che in ben due occasioni sono stati aggrediti da fascisti.
Infine, l’ultimo episodio è stata l’apertura al dialogo con Casapound da parte di uno degli organizzatori del Pride per un possibile confronto.

Non scendiamo in piazza con gli oppressori,
non scendiamo in piazza coi fascisti.
Il pensiero queer non è una festicciola istituzionale,
è teoria e pratica di liberazione totale.

LIBERI I CORPI, LIBERE LE IDEE.

firmato
Collettivo Queer di Latina  |  “Il Cencio” – Aperiodico libertario  |  Collettivo SWAMP

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