Il Cencio
Aperiodico libertario dell'Agro Pontino
Beppe Grillo: Deriva per una democrazia identitaria
Categories: Ideario

Credo che una delle cose più stupide che possa fare l’uomo sia sottovalutare certi fenomeni, intesi come manifestazioni della realtà circostante. Tanto più se si tratta di manifestazioni del pensiero umano, ideologia e sentimento capaci di far leva sulla pulsione elementare della rabbia. La capacità di canalizzare (e quindi, in una qualche misura, deviare) la rabbia degli uomini e di sfruttarne la spinta ascensionale è il più semplice lascia-passare per certe forme di potere. E con una buona dose di costanza e finta coerenza, avendo l’accortezza di sapersi lasciare portare in trionfo dalla corrente umana, quelle forme di potere possono consolidarsi facilmente.

Credo anche che applicare queste idee alla fenomenologia di Beppe Grillo sia tutt’altro che esagerato, alla luce di quanto è accaduto negli ultimi cinque anni.
Da ben prima dei “Vaffanculo-Day”, Grillo riusciva a far passare concetti abominevoli come controllo e tecnocrazia (anche se “dittatura di tecnici” rende meglio l’idea di fondo) facendo presa su un certo tipo di persone, anche perché presentate come armi da usare contro i nemici del momento (la casta, Berlusconi, varie ed eventuali).

Svuotare il discorso di ogni pensiero, così da poterlo sposare con qualunque circostanza, per poi affogarlo in un giustizialismo liquido e rivenderlo come collante per individui amorfi. Al punto da far coesistere  all’interno dello stesso pacchetto di idee la corsa al progresso e l’appoggio al movimento NoTav.

Mi irritano e mi preoccupano i sostenitori di Grillo, soprattutto quelli dell’ultima ora, ché, se in un primo momento si poteva provare una certa curiosità per quello che si spacciava per movimento di rottura, oramai l’ideologia e l’atteggiamento sono abbastanza chiari e preoccupanti. L’idea di riforma dello Stato democratico poteva lasciare indifferenti, ma ora siamo davanti a spinte leaderiste e a un desiderio fortemente repressivo, non tanto verso le proteste in generale, bensì verso tutto ciò che non può essere ricondotto dentro le urne a favore del Movimento 5 Stelle.
Siamo davanti a un personaggio che rifiuta d’essere indicato come leader politico, ma impartisce veri e propri ordini ai suoi seguaci.
Crisi del modello economico dominante e classe politica immobile sono storicamente ottimi canali attraverso i quali far propagare (e propagandare) un nuovo modello, teso a riformare la società. Non mancano precedenti illustri, come il movimento (solo in seguito divenne un partito…) fascista in Italia.

Infondo essere fascisti non vuol dire essere mussoliniani. Le accuse di “antipolitica” lasciano il tempo che trovano, anche perché si tratta di un termine banale con cui si tenta di sminuire tutte lotte al sistema-Stato. Ma Grillo non fa antipolitica, anche perché non lotta contro il sistema-Stato, bensì vuole “migliorarlo” (secondo la sua visione del mondo).

Grillo non è nemmeno antidemocratico, tutt’altro! Propugna un ideale di democrazia pericolosamente vicino alle idee di Carl Schmitt, uno dei teorici del pensiero nazista. Una democrazia identitaria, una dittatura che poggia sul consenso della massa, la quale si identifica con il proprio leader:

Pulsioni plebiscitarie e critiche del regime parlamentare, ricerca di identità e insofferenza nei confronti del sistema politico-rappresentativo, volontà decisioniste ed irritazione nei confronti della ricerca del compromesso, preferenza per la legittimità contro una legalità ritenuta un ostacolo alla sovranità ed ai poteri, esasperazione della contrapposizione tra l’‘amico’ e il ‘nemico’. Sono queste alcune delle caratteristiche che sostengono la visione di ‘democrazia identitaria’, così come definite dal suo teorizzatore più raffinato[, Carl Schmitt].

Mannaia Storta

(Il paragrafo in corsivo è tratto dal libro “Critica della democrazia identitaria” di Gaetano Azzariti)

 

16 Comments to “Beppe Grillo: Deriva per una democrazia identitaria”

  1. Rino ha detto:

    dai.. paragonare Grillo al Fascio è semplicemente ridicolo.
    e poi non centri il punto principale: Beppe Grillo è …uno e trino 🙂 Quando si parla di Grillo si deve parlare contemporaneamente di un comico, di una faccia “simbolo” di un movimento molto variegato ed anche interessante e di un blog gestito direttamente da un’ azienda di comunicazione. Queste tre anime sono contemporaneamente collaboratrici e in contrasto. La questione è complessa. L’ idea di applicare a beppe grillo il ruolo di leader carismatico alla base della democrazia identitaria mi fa semplicemente ridere. E’ esattamente il contrario! E’ il leader qui che si identifica con la massa, la faccia di grillo esprime una massa contraddittoria e potenzialmente distruttiva.. e non viceversa! La componente autoritaria del M5S deriva da una reale incapacità di gestione interna di una complessità troppo grande per andare d’accordo con sé stessa e da una necessità mediatica di prendere comunque una posizione, ogni tanto, su certi temi. Beppe Grillo vuole migliorare lo stato? Fantastico, perché se continua a migliorarlo come sta facendo.. scardinando dall’ interno ogni credibilità sia istituzionale che politica e gettando merda su tutti… beh, fino a che questo gli riesce non si può che esserne contenti.

  2. Rino ha detto:

    ripeto: grillo è solo l’ immagine di un fatto più complesso che riassume: un movimento di massa, un blog gestito da dei professionisti della comunicazione , un personaggio dello spettacolo. se non fai certi distinguo nella tua analisi rischi di fare di tutta l’ erba.. un fascio, come mi sembra hai fatto.
    e io mi ci soffermo perché affiancare schmiddt e grillo mi fa troppo ridere! se la democrazia (intesa come sistema di gestione socio-politica) stia andando verso una deriva identitaria (e su questo possiamo anche ragionare) non è certo grillo il punto ma tutta una serie di fenomeni molto complessi tra i quali i nuovi media figurano protagonisti. e in questo bisogna dire che il m5s è all’ avanguardia nello spiegarci come funzionano (o potrebbero funzionare) certe modalità comunicative alla base di un nuovo modo di fare politica.

    ma insomma, tornando al tuo discorso, sta massa pronta a fare tutto quello che dice grillo, dov’é? se parli dello scendere in piazza per un vaffanculo day, ok, dai ci può stare ma quella è stata una fase iniziale di un movimento che adesso è abbastanza oltre.. e poi quella stessa gente era in piazza quando al posto di grillo c’era berlusconi, c’era vendola… in piazza a sfogarsi ci va un po’ chiunque.. quello che invece è interessante è che all’ interno del movimento cinque stelle, adesso, ci sono parecchie voci anche molto dissonanti tra loro e anche da una città all’ altra le cose cambiano.. e non di poco. questo mi sembra abbastanza pluralista (sto sempre parlando del movimento, non di beppe grillo.it, né di beppe grillo che invece tendono a strumentalizzare i “numeri” che il movimento comporta)

    grillo totalitario mi fa ancora più ridere, comunque.
    e ripeto: non è la massa che si indentifica con grillo, semmai viceversa: grillo è l’ uomo massa, dice quello che la gente vuole sentirsi dire imbroccandone tra l’ altro ogni tanto anche qualcuna. il fatto che si stiano rafforzando a discapito delle istituzioni è conseguenza dello scollamento con la realtà da parte delle istituzioni stesse. grillo parla un linguaggio efficace, tutto qui. è come una malattia (o una mutazione) del sistema politico democratico. non è grillo il problema, ma solo uno dei sintomi (come berlusconi prima) e da grillo c’è da imparare qualcosa sull’ evoluzione della politica post-berlusconi, questo sì. la mutazione in corso non mi sembra comunque che vada verso il fascismo o totalitarismo che dir si voglia.

  3. Mannaia ha detto:

    Dissento Rino.
    Nel post ho scelto di concentrarmi su alcuni punti tralasciandone altri per evitare che diventasse troppo lungo (non che così sia breve, però…).
    A me pare che tu tralasci alcuni aspetti chiave mentre ti fissi sull’uso -secondo te- inappropriato del termine “fascista”.
    Personalmente credo sia limitativo parlare di fascismo solo in relazione al fenomeno mussoliniano, ma se preferisci possiamo sostituire il lemma con “totalitario”.
    Anzitutto non è affatto vero che Grillo si identifica con la massa e non viceversa. Questo è ciò che dice lui, dice di essere un comune elettore che voterebbe solo persone come quelle del M5S. Nei fatti poi è il contrario: la massa lo osanna, gli obbedisce, lo difende da qualunque attacco e ne ripete gli slogan. A me questo ricorda molto l’idea schmittiana.
    Parlano di “democrazia diretta”, nella quale saremmo tutti liberi, secondo le loro regole.
    Che poi siano in grado o meno di portare a termine ciò che propugnano (autarchia, disciplina, controllo, tendenza ad ignorare -perché non ancora in grado di sopprimere- qualunque idea divergente) poco importa: potrebbero aprire la strada a qualcuno dopo di loro, più forte di loro. O semplicemente, loro stessi potrebbero acquisire poteri per farlo in un futuro più o meno prossimo.
    Dici che stanno facendo una cosa utile scardinando la credibilità istituzionale, e ora a ridere sono io: non scardinano affatto la credibilità istituzionale in generale, ma la credibilità di QUESTE istituzioni con lo scopo esplicito di riformarle e crearne di nuove, che li vedano protagonisti.

  4. Rino ha detto:

    scusami per il pessimo italiano e gli orrori di battitura. ultimamente sono un po’ impaziente e non rileggo ciò che scrivo.

    spero si capisca qualcosa 🙂

  5. Rino ha detto:

    hai cancellato e ripostato il tuo commento quindi ora non si capisce più niente 😀

    comunque, ho qualche postscriptum: non ho scritto da nessuna parte che secondo me fascista è sinonimo di mussoliniano e non era questo un punto della mia critica. 🙂

    la massa di cui tu parli sembra omogenea e completamente soggiogata a grillo. non è così, anzi: il m5s è un movimento invece proprio concettualmente opposto all’ idea di massa identitaria: pieno di idee contradditorie, di classi sociali diverse e con diversi valori, insomma che ingloba il malessere che esce un po’ ovunque dalla politica e recupera, in un certo senso, chi cerca di uscire da una certa logica, questo sì. ma facendo questo gioco di reciclaggio del malcontento, mediaticamente vantaggioso (e qui entrano gli interessi dell’ uomo di spettacolo e dell’ agenzia di comunicazione), la politica non può che risentirne.

  6. Mannaia ha detto:

    Quello che forse in queste righe sfugge è che, sì Grillo e il M5S fanno parte di un panorama molto più ampio (ma se io decido di analizzare un singolo fenomeno saranno anche cazzi miei ;-)) fatto di vari e mutevoli sintomi socio-politici, e sì, il M5S è al suo interno molto più eterogeneo di quello che sembri, e di quello che fu a suo tempo il movimento fascista (ma anche loro avevano le loro sfumature), PERÒ è innegabile che loro più di altri stanno creando un punto di rottura poco chiaro. Relegare il tutto al livello di strategia comunicativa mi pare davvero riduttivo. Fosse anche un fuoco di paglia, i loro sono discorsi potenzialmente pericolosi che stanno riscuotendo consensi.
    Meno consensi di quanto dicano i sondaggi e i media, certo, ma ci sono.
    A Bolzano queste persone hanno appoggiato Casapound per permetterne l’iscrizione all’albo delle associazioni culturali, e nonostante questo avrebbe dovuto far inorridire il grillino medio, alle ultime amministrative hanno portato alle urne anche parecchi scettici.
    E questo non è frutto di un forte leaderismo all’interno del movimento?
    Se si tratta davvero solo di un’enorme agenzia di comunicazione, spero che almeno i comunicatori vengano pagati bene perché stanno facendo un lavorone.

  7. Mannaia ha detto:

    P.S. non è che nel movimento fascista fossero tutti d’accordo sin da subito e tutti ricchi, eh. Anzi…

  8. Rino ha detto:

    il punto è che il fascismo (adesso sei tu -mi sembra- che ne stai parlando in senso mussoliniano, ma va beh) è stato un fenomeno nato in un contesto molto diverso e con ben altri mezzi e aveva una certa omogeneità al suo interno, dai..

    comunque tu sei libera di analizzare quello che ti pare ma se intitoli la tua analisi “deriva per una democrazia identitaria” non puoi poi lamentarti se si rimane delusi a vederti trattare il problema in questo modo. la tua analisi sostanzialmente è la stessa che sta utilizzando tutto il mondo politico-istituzionale in perfetta armonia per dare l’ allarme nei confronti di un movimento che sta prendendo sempre più consensi a loro discapito.

    e poi.. io ti faccio notare che quello che fa il m5s in una città è MOLTO diverso da quello che fa in un’ altra proprio perché non condivide tanto delle idee chiare, quanto una metodologia sperimentale (che secondo me funziona solo per distruggere ma è da vedere) e tu come risposta mi dici che …a bolzano bla bla bla.

  9. Mannaia ha detto:

    Io parlo di “movimento fascista”, leggi bene.
    L’analisi che fanno di Grillo & co. a livello istituzionale (e che secondo te io riprendo pari pari) è tutt’altro che sbagliata. Niente è più efficace per screditare un fenomeno politico della verità, strumento che poi ovviamente le istituzioni non usano per analizzare se stesse. L’esempio di Casapound era tutt’altro che fine a se stesso: era per sottolineare una cecità leaderista che avvolge quel movimento, alla faccia del pluralismo che tu, a mio avviso, ingigantisci. Nel movimento 5 stelle c’è molta gente che viene da esperienze politiche e culturali anche molto diverse fra loro, ma a me pare che finiscano tutti con l’accettare la linea.
    Puoi venirmi a dire che la mia analisi non aggiunge nulla a quanto già detto, ma non che è sbagliata in quanto già detta. Altrimenti abbiamo metri di giudizio troppo diversi per discutere.
    Puoi scegliere di misurare una bistecca in litri, magari è anche possibile ma sarebbe una perdita di tempo.

  10. Mannaia ha detto:

    (C’è una frase che non si capisce: “puoi venirmi a dire che la mia frase non aggiunge nulla a quanto già detto, ma non criticarne il contenuto solo perché già detto”)

  11. Rino ha detto:

    ma ti sei letta il non statuto? dov’è questa centralità leaderistica se non nel medium (la rete come strumento in generale e il blog come stru mento comunicativo inparticolare)?
    la linea, come dici tu, non c’è a parte i punti del programma che sono comunque molto generali e in continua discussione all’ interno del movimento.

    l’ analisi istituzionale non è sbagliata ma, come dici tu, prescinde dal prendere in considerazione l’ istituzione (e questo sarebbe il punto) per considerare il movimento 5 stelle il problema quando invece a me sembra essere solo il sintomo di una malattia piuttosto grave molto più generale di incompatabilità tra la democrazia rappresentativa e una società sempre più basata sui mezzi di comunicazioni di massa.
    verso cosa ci porterà questa malattia è tutto da vedere ma, in questo frangente, il caos in cui dall’ interno il movimento cinque stelle sembra stare gettando la politica istituzionale non può che essere interessante per altri movimenti che cercano, dall’ esterno la stessa cosa con ben altri mezzi.
    in definitiva credo che grillo non sia affatto un pericolo se non per le istituzioni e di questo non posso che rallegrarmi.

    leggi se ti va questo articolo: http://www.senzasoste.it/nazionale/beppe-grillo-o-me-o-il-fascismo–proprio-sicuro

  12. Rino ha detto:

    ti ripeto: col confondere i piani di un fenomeno che sarebbe interessante analizzare nelle sue componenti intrecciate (beppe grillo, beppegrillo.it, movimentocinquestelle) si finisce per fare di tutta l’ erba un fascio. e parlare di fascismo (sia come idea politica che come movimento storico) a sproposito.

    grillo sta sperimentando un tentativo di democrazia diretta web-based piuttosto interessanto e, secondo me, votato al fallimento ma in questo fallimento trascinerà con sé buona parte di quel che resta del sistema politico italiano post-berlusconi. se poi da questo vuoto nascerà un neo-fascismo: può darsi dipenderà da tante cose, dai militari ad esempio, come da te e da me. staremo a vedere o faremo qualcosa.

  13. Gerri ha detto:

    Rino, mi sa che con le news di questi giorni, questo articolo è tutt’altro che peregrino.

    Io in realtà lo sto a dì da almeno 3 anni che Grillo e M5S so’ fascistoidi.

    http://m.repubblica.it/mobile/r/multimedia/video/grllo-se-casa-pound-vuole-entrare-nel-m5s-non-vedo-problemi-oggettivi/115884?source=MST_m_riapertura_1_1&ref=home

  14. Mannaia ha detto:

    Il punto non è che il Movimento 5 Stelle sia più o meno fascista nelle idee (n.b. parlo del movimento nel suo complesso, non di Grillo), ma cei modi in cui i vertici le affermano. Sulle esternazioni di quel pagliaccio di Grillo davanti ai Fascipoundisti può darsi anche che si stesse semplicemente cacando sotto, perché è fondamentalmente una persona vigliacca.