“Ogni votazione è una sorta di gioco d’azzardo, come la dama o il backgammon, con una lieve sfumatura morale, un gioco con il giusto e l’ingiusto, con le questioni morali; e naturalmente le scommesse lo accompagnano. Il buon nome dei votanti non è in discussione. Può darsi che io dia il mio voto in base a ciò che considero giusto; ma non è per me vitale che il giusto prevalga. Sono disponibile a lasciare ciò alla maggioranza. L’impegno del voto, dunque, non va mai oltre quello della convenienza. Persino votare per il giusto è un non fare niente per esso. Significa solo manifestare debolmente agli uomini il desiderio che il giusto debba prevalere. Un uomo saggio non lascerà il giusto alla mercé del caso, né desidererà che esso prevalga mediante il potere della maggioranza.” [Henry David Thoreau]
Latina, come tante altre città, è ricaduta, per l’ennesima volta, nell’ipocrisia delle elezioni.
Latina, come tante altre città, ha votato, per l’ennesima volta, a favore del “cambiamento”.
Latina, come tante altre città, ha riposto, per l’ennesima volta, la fiducia nelle mani di un sindaco “illuminato” che porterà, quasi miracolosamente, il buon senso civico e la tranquillità nella nostra città, in cambio di soli 5 minuti spesi all’interno dei seggi, i 5 minuti di dovere cittadino che pacificano le coscienze.
Ma cosa ha fatto questo sindaco “illuminato” e la sua nuova giunta per inaugurare il “cambiamento”?
La nuova giunta comunale, quella della libertà, ha aperto il proprio operato con un provvedimento Orwelliano camuffato da “sicurezza cittadina”, nulla di nuovo nell’era della gentrificazione. Il provvedimento concerne la riattivazione dell’esteso servizio di videosorveglianza in collaborazione con il comando della polizia municipale.
Un’azione che mira a trasformare la città in un carcere dove al centro vi è il controllo del potere. In nome della nostra “sicurezza”, ogni palo viene tramutato in una spia atta non tanto a prevenire e combattere le ragioni del “crimine”, ma solo a reprimerlo con la minaccia del bastone, spingendolo sempre di più nelle periferie, dove la qualità della vita degli abitanti – non essendo avvocati, bottegai, politici, gendarmi e notai – non è di interesse per l’autorità. Si scannino pure nelle periferie, l’importante che il centro sia pulito e sgombero per i cittadini dabbene.
Il neosindaco, quello della trasparenza, inoltre, non ha ancora fatto chiarezza sulle posizione della sua giunta riguardo l’imminente realizzazione dell’autostrada A12 Roma – Latina. Un’opera inutile, onerosa e devastante, nei confronti della quale il sindaco ha mantenuto una certa ambiguità che solleva preoccupazioni, tant’è che il Comitato NO Corridoio Roma-Latina ha già chiesto un incontro con il neosindaco e gli assessori competenti per ricevere spiegazioni più dettagliate.
Ma soprattutto, il neosindaco, quello ecologista, ci ha riservato una spiacevole sorpresa proprio in concomitanza dell’inaugurazione della nuova giunta comunale. E’ stato, infatti, nominato come assessore alle attività produttive, all’agricoltura, al commercio e al turismo niente meno che Felice Costanti, farm manager presso la sede latinense di Monsanto Agricoltura Italia Spa, la multinazionale americana degli OGM che ogni giorno avvelena e affama gli agricoltori di tutto il mondo con pesticidi, diserbanti specifici, coltivazioni transgeniche e cause legali verso gli agricoltori che non si adeguano alle loro politiche egemoniche.
Per capire che tipo di minaccia incarna la presenza di Monsanto nel nostro territorio e, ancor peggio, la presenza di un suo manager all’interno della giunta comunale, dobbiamo capire chi è e qual è l’operato di Monsanto:
Multinazionale icona del capitalismo, specializzata nella produzione e commercio di sostanze chimiche come l’erbicida Roundup e di sementi geneticamente modificate (soia, mais, cotone etc.)
Colpevole di:
- Monopolio del mercato dei semi;
- produzione di armi di distruzione di massa;
- avvelenamento di terre, persone e animali;
- esproprio delle terre dei piccoli produttori;
- furto, appropriazione, manipolazione delle risorse naturali del pianeta;
- distribuzione di pubblicità ingannevole.
Fondata nel 1901, Monsanto diventa famosa come multinazionale chimica; anche se inizialmente si occupava di produrre dolcificanti artificiali e caffeina, in un secondo momento passò al campo dei diserbanti.
Iniziò a produrre armi di distruzione di massa dal 1939, con l’uscita del DDT, nato con l’intenzione di controllare il proliferare della malaria si rivelò poi un letale cancerogeno.
Nel 1943 avviò la produzione dell’Agente Arancio (Napalm), un terribile defoliante che, durante la guerra del Vietnam, veniva usato sulle persone provocando loro orrende ustioni e decessi. Ma gli effetti di questo veleno sono visibili ancora oggi con la nascita, tra la popolazione vietnamita e quella statunitense, di bambini con gravi malformazioni provocate dall’esposizione alla sostanza chimica ancora presente nell’ambiente. Preferiamo evitare di riportare qui foto che testimoniano queste terribili ritorsioni, che sono comunque facilmente reperibili sul web, in caso vogliate documentarvi più approfonditamente.
L’ultima arma chimica di produzione Monsanto in ordine di apparizione è il Roundup, erbicida di ultima generazione partorito nel 1974 e da allora impiegato in tutto il mondo nel trattamento di colture geneticamente modificate e non, in giardini e campi sportivi.
Il principio attivo del Roundup è il glifosato: l’esposizione, diretta o indiretta, a questa provoca sterilità maschile, malformazioni del feto durante la gravidanza, cancro. Recenti indagini hanno evidenziato la presenza di glifosato nelle urine umane e nel latte materno. Questa sostanza chimica, finendo nel nostro organismo, attacca le pareti del tratto gastrointestinale, uccidendo i batteri benefici che ospitiamo e mettendo a serio rischio la nostra salute. L’80% delle difese immunitarie si trovano proprio in questi organi.
Questo pesticida, come molti altri prodotti da multinazionali come Syngenta, Bayer, Basf (colpevoli tra l’altro di provocare la moria d’api attraverso la diffusione di neonicotinoidi nell’ambiente), resistono all’interno delle piante e sono presenti nella carne e nei derivati animali, in quanto nella maggior parte dei casi il bestiame viene nutrito con sementi geneticamente modificate avvelenate da queste sostanze, che così finiscono sulla tavola del consumatore.
Monsanto vuole ottenere il monopolio sul mercato dei semi attraverso il quale potrebbe controllare l’alimentazione mondiale e quindi ogni popolo. Controllare i semi significa di fatto controllare la vita di ogni cosa. Questa multinazionale ruba a coltivatori di nicchia ormai da decenni, mischia geneticamente varie qualità di semi per poi rivendere il prodotto che ne deriva come una propria invenzione, impoverendo così le popolazioni saccheggiate, svalorizzando i prodotti locali, azzerando la diversità naturale, inserendo sul mercato organismi geneticamente modificati.
In India, tra il 1997 ed il 2010, Monsanto, con l’inganno, ha soppiantato le colture di varietà di cotone locale con quello denominato Bt, varietà geneticamente modificata da essa prodotta. Privati della fertilità proprie terre, unica loro fonte di sostentamento, risulta che in quel periodo oltre 250.000 contadini si sono tolti la vita.
Oltre all’evidente dramma sociale, vi è da segnalare quello ambientale: i terreni nei quali vengono impiantate queste colture muoiono, avvelenati dalle grandi quantità di pesticidi che devono essere impiegati sulle colture OGM e perché privati del naturale ricircolo di nutrimenti. I semi geneticamente modificati non contengono vita all’interno, possono essere impiegati una sola volta, assorbono grandi quantità di acqua dal terreno senza ricambiare col nutrimento di cui esso ha bisogno per mantenersi fertile.
La coltivazione di OGM Monsanto per il momento in Italia è vietata, ma ciò non significa che questa multinazionale e i suoi prodotti non siano presenti sul nostro territorio.
Da oltre 20 anni, infatti, importiamo organismi geneticamente modificati sotto forma di prodotti industriali, per “merito” di multinazionali come Coca Cola, McDonald’s, Kellogg’s, Nestlé, Kraft, Ferrero e molte altre, che ne fanno un grande impiego senza segnalarlo, visto che per legge non è obbligatorio riportare la loro presenza in etichetta.
Importiamo soia e mais geneticamente modificata da Stati Uniti e Canada, carne e derivati animali che, anche se per legge non è obbligatoria la loro segnalazione in etichetta, contengono OGM.
Tra i crimini commessi da questa azienda non poteva mancare la sperimentazione animale: pratica tanto inutile a livello scientifico quanto crudele sul piano etico, Monsanto la impiega sui ratti per testare i danni che gli OGM possono provocare alla salute delle persone. Ma questi rischi ancora non si conoscono e servendosi della sperimentazione animale, priva di fondamento scientifico, di certo non si conosceranno. Nel frattempo, però, gli organismi geneticamente modificati vengono ugualmente commercializzati, esattamente come i pesticidi.
Monsanto, inoltre, sintetizza ormoni della crescita, creati per gli allevamenti bovini affinché aumentino di peso, massa e produzione di latte con i ritmi imposti dall’industria della carne, ma fuori da ogni equilibrio naturale, ormoni che sono dannosi per la salute delle persone che consumano tali prodotti (esempio, il Posilac). In Europa sono vietati dalla legge, ma negli Stati Uniti possono essere impiegati senza problemi e tramite il commercio mondiale il rischio che arrivino da noi carne e derivati contaminati è molto alto.
Le ragioni per lottare contro questa multinazionale dunque non mancano e, anche se può sembrare utopico auspicare la sua scomparsa, è invece possibile e prende forma anno dopo anno grazie al movimento dal basso in continua crescita.
Inoltre, nuovi trattati internazionali come il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), potrebbero, in un futuro prossimo, permettere a Monsanto di ampliare la propria egemonia anche nei nostri territori, al momento parzialmente salvati da una regolamentazione apparentemente più rigida, ma destinata a decadere in nome del progresso e della crescita.
Non fatevi fregare da sorrisi e promesse rassicuranti: non ci sono poteri buoni.